Memoria sempre, anche fuori dalla Giornata

…è quello che ci vorrebbe. In Italia non c’è.
Rischia di diventare una spiacevole abitudine parlare del razzismo nelle curve calcistiche: purtroppo ci risiamo.
 
1) Domenica scorsa, Roma-Livorno. Nella curva romanista, a due giorni dal Giorno della Memoria, l’orrore.
Guardare la fotogallery e rabbrividire: svastiche, scritte hitleriane, croci celtiche, Beniti.
 
2) Ed ecco che riparte il solito teatrino:
Fuori la politica dal calcio
Non confondiamo le acque: la politica è una cosa alta e importante. Questa non è politica, è la morte della civiltà e della democrazia.
Questi non sono i veri tifosi della nostra squadra
TUTTE quelle centinaia di persone che stavano dietro quelli striscioni e non se ne sono andati, o hanno evitato di denunciare i responsabili, non meritano di tornare più in uno stadio.
Non si poteva interrompere la partita, altrimenti si rischiavano incidenti
Allora arrendiamoci ogni volta e lasciamo continuare indisturbato lo spettacolo.
Ma la prossima volta, tolleranza zero
Certo, certo…
 
3) Oggi i provvedimenti del giudice sportivo: per responsabilità oggettiva, la Roma si prende un’ammenda + una giornata di squalifica al campo (con porte chiuse). Non due giornate, che secondo il giudice sportivo sarebbero state la “sanzione proporzionata” (!): sono considerate circostanze attenuanti le «concrete iniziative che la società medesima ha assunto nel corso della stagione per prevenire simili condotte».
 
Ma quali concrete iniziative? Quelle che negli ultimi anni hanno visto le curve di Roma e Lazio diventare ricettacolo di decine di gruppi neonazisti, fomentati dai gesti di alcuni giocatori e dall’eterna impunità?
Secondo me c’è un solo modo per ottenere qualcosa: 3 punti di penalizzazione alla prima svastica in curva. 6 punti nella seconda occasione, e così via a crescere. Perché evidentemente il senso civico delle società di calcio, nonché della maggioranza silenziosa dei tifosi (che nel suo silenzio è complice dei teppisti) è sensibile solo alla classifica. Vogliamo scommettere che dopo la prima penalizzazione ci sarebbe più attenzione da parte degli stewart delle società e dei “veri tifosi”?
 
E a tutto questo il CONI assiste inerme, troppo occupato a preoccuparsi che nessuno turbi l’ipocrita sfilata mediatica della fiaccola olimpica…

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